mercoledì 16 aprile 2008

lavoro a tempo determinato

Corretto un decreto legislativo che recepiva stravolgendola una direttiva europea
Per Non favorire l'allungamento del contratto a tempo determinato
(Corte costituzionale 44/2008)

E' stato dichiarato incostituzionale un nucleo significativo della normativa statale emanata, su delega della Legge 29 dicembre 2000, n.422 (recante "Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - legge comunitaria 2000"). Si tratta di due disposizioni (art.10, commi 9 e 10, e art.11, commi 1 e 2), contenute del Decreto Legislativo 6 settembre 2001, n.368, cui era demandato di attuare la direttiva 1999/70/CE "relativa all'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato concluso dall'UNICE, dal CEEP e dal CES". Tali disposizioni, a detta della Consulta, avrebbero avuto effetto peggiorativo, rispetto al trattamento riservato ai casi analoghi dalla precedente vigenza della Legge 28 febbraio 1987, n.56 (Norme sull'organizzazione del mercato del lavoro). Così facendo, le norme incriminate avrebbero tuttavia esorbitato, sia dall'ambito di "operatività della direttiva comunitaria", sia dalle stesse indicazioni del Legislatore delegante. La pronuncia d'illegittimità ha fatto perciò seguito, a norma dell'art.77 della Costituzione, e ha accompagnato l'ammonizione a non stravolgere lo spirito della direttiva comunitaria, volta essenzialmente a "prevenire l'abusiva reiterazione di più contratti di lavoro a tempo determinato, per favorire la stabilizzazione del rapporto", senza giungere a regolamentazioni o a previsioni di tipo più specifico - e sostanzialmente meno favorevole al lavoratore.

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